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Cohousing

Azienda o Scuola erogatrice: wissensearch
Durata in ore: 300-900

Il termine cohousing è utilizzato per definire degli insediamenti abitativi composti da alloggi privati corredati da ampi spazi comuni destinati all'uso comune e alla condivisione tra i cohousers.

il cohousing è un atteggiamento di vita nato e sviluppatosi negli anni 70 in scandinavia per merito dell'architetto danese Jan Gødmand Høyer che sceglie di condividere con otto suoi conoscenti degli spazi collettivi pur conservando ognuno la propria abitazione privata. Il sostentamento di un'abitazione in cohousing è indubbiamente meno costoso di una vita in condominio o in una casa autonoma. Quando bisogna acquistare una casa ma non si hanno disponibilità economiche per poter richiedere un mutuo si potra optare se investire o meno nel cohousing. Nel cohousing la comunità decreta una carta d'intenti che contiene una serie di prescrizioni in cui unico obiettivo è quello di assicurare una vita serena e tranquilla alla collettività .La carta d'intenti circoscrive norme formali ed informali come quelle che mirano alla gestione delle risorse economiche e i turni per la manutenzione del giardino o la pulizia degli spazi comuni. Nel cohousing non esiste un leader ma bensì un vicinato elettivo, ossia la comunità di coabitanti prende insieme le decisioni ad esempio in caso di vendita o di affitto di un appartamento nuovo il vicinato collettivo sceglierà il nucleo familiare che andrà ad occupare l'appartamento. Per quanto concerne l'amministrazione delle risorse economiche il cohousing pronostica che le spese per le bollette del gas siano spartite tramite gruppi di acquisto solidale nella normativa stilata dal vicinato elettivo vengono indicati gli spazi comuni. Un'abitazione tipo è costituita da due stanze da letto, un bagno e un ripostiglio questi sono gli spazi privati mentre quelli comuni implicano un giardino, la cucina e una stanza per il tempo libero.

La vita nel cohousing vanta numerosi privilegi: in primis quelli economici in quanto la condivisione delle spese di gestione aiuta sicuramente la comunità. In secondo luogo si da spazio anche alla socializzazione. Se pensiamo ai bambini, un genitore a cui capita di fare tardi per qualunque ragione ha la possibilità di poter affidare i propri figli a buone mani per qualche ora.


In italia il cohousing non è ancora molto diffuso, anche se in diverse cittàsta prendendo piede con successo: pensiamo alla realtà Numerozero a Torino o all'Urban Village di Milano. Questo recente modello di residenza collettiva, è particolarmente stimata per la sua economicità e adattabilità dai giovani che vorrebbero un giorno metter su famiglia, dai divorziati e dalle persone anziane che attraverso la crisi si trovano a fronteggiare la necessità di traslocare in abitazioni più convenienti. Si stimao risparmi medi annui per abitante del 10-15% grazie alla condivision di spazi comuni e all'autoproduzione energetica da fonti rinnovabili. Per ora il cohousing nell'ordinamento italiano è considerato guadagno di iniziative private anche se numerose associazioni da diverso tempo si impegnano per avere un riconoscimento da parte delle amministrazioni pubbliche.

 

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